di Roberta Giuili
“Durante il primo lockdown, quello di marzo, io ero in Lussemburgo”, racconta Elena Militello, 28 anni, “passavo le mie giornate da sola in una stanzetta”. Elena è nata a Palermo e a 17 anni è andata via dalla sua città per girare un po’ il mondo alla ricerca di quelle prospettive lavorative che, si sa, l’Italia e soprattutto il Sud Italia, si dice non possano offrire ai giovani. Era arrivata a Lussemburgo come assegnista di ricerca in procedura penale comparata e, quando è scoppiata l’emergenza virus, si è trovata come molti a fare aperitivi via zoom con amici e parenti lontani. “Moltissimi dei miei coetanei sono expat o fuori sede e tutti durante la pandemia ci siamo resi conto ancora di più di quanto ci mancava “casa”. Ma, quando casa è la Sicilia, è difficile pensare a un’alternativa lavorativa paragonabile a quella che può offrire il Nord o un Paese estero. “Ho sempre pensato che prima o poi sarei tornata ma nella realtà immaginavo che questo non sarebbe potuto accadere prima della pensione”, racconta Elena ridendo.