di Walter Giuzio e Lucia Rizzica
L’emergenza sanitaria ha portato a un utilizzo massiccio del lavoro a distanza nelle amministrazioni pubbliche italiane, sotto l’impulso dei provvedimenti varati dal Governo per arginare la diffusione del virus. La percentuale di lavoratori pubblici che dichiaravano di aver svolto il proprio lavoro da casa almeno una volta nella settimana di riferimento è passata del 2,4 per cento del 2019 al 33 per cento del secondo trimestre 2020. A usufruire maggiormente del lavoro da remoto sono state le donne e i lavoratori più istruiti. Tra gli enti locali, circa il 95 per cento ha adottato misure di smart working, con differenze significative nel grado di estensione legate in primo luogo alla tipologia di ente e quindi alle funzioni da svolgere e al loro grado di telelavorabilità. A parità di funzioni, ulteriori differenze sono legate alla composizione demografica e alle competenze della forza lavoro dell’ente e, in misura minore, alle dotazioni informatiche disponibili.