di Domenico Depalo e Federico Giorgi
Nella prima parte del 2020 oltre il 14 per cento dei lavoratori del settore privato non agricolo ha svolto la prestazione lavorativa da remoto; un anno prima la percentuale era inferiore all’1,5 per cento. L’incremento ha interessato soprattutto le donne, i lavoratori delle imprese di maggiori dimensioni e dei settori le cui mansioni più si prestano a essere svolte a distanza. Rispetto a chi non ha lavorato in smart working, in media i dipendenti che hanno usufruito del lavoro agile hanno conseguito una retribuzione mensile più elevata, per effetto del maggior numero di ore lavorate, e hanno fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni.