Sud, Sud, Sud: lettera aperta
alla Ministra Carfagna

Pubblicato
il 11 Febbraio 2022

On. Signora Ministra Mara Carfagna,

Le scriviamo per sottoporre alla Sua attenzione la necessità diffusa in tutto il Paese di occuparci di ciò che nel marzo 2020 abbiamo definito «South Working» e che stiamo continuando a studiare e promuovere con proposte concrete e condivise indistintamente da tutte le parti politiche.

Le nostre proposte, che incarnano ciò che è il «South Working» nella sua forma autentica, sono state riconosciute in Italia e all’estero, dai diversi settori della società, come fonte di innovazione sociale, economica e infrastrutturale.

Evidenziamo, infatti, la necessità di stimolare la creazione di comunità di South Worker e comunità locali in modo che ognuno possa scegliere dove lavorare, garantendo alti standard di sicurezza, di produttività, di qualità della vita e impatti positivi sui territori e le comunità, anche grazie al give back di chi ritorna o sceglie di trasferirsi in determinati luoghi.

Segnaliamo la necessità di investire sul capitale umano altamente qualificato per lottare contro la desertificazione demografica che ci attende nei prossimi anni, fenomeno ulteriormente evidenziato dai dati ISTAT (2021).

Sosteniamo la creazione di spazi di lavoro condivisi pubblici, privati e pubblico-privati, i.e., ‘presidi di comunità’, diffusi sul territorio nazionale per intervenire concretamente su dotazioni e condizioni del lavoro da remoto e di infrastrutture utili allo sviluppo della digitalizzazione e della cultura digitale nel Sud e nelle aree interne italiane. A tal proposito, abbiamo già costituito un’ampia rete che abbraccia tutta l’Italia da Sud a Nord.

Incentiviamo la creazione delle condizioni necessarie al lavoro agile, quali una connessione Internet veloce e sicura e soluzioni di mobilità da e verso aereoporti o stazioni TAV che distano meno di due ore dal luogo in cui si decide di lavorare.

Promuoviamo forme di lavoro agile, a sostegno anche di un’interpretazione estensiva della norma sulla decontribuzione del 30% (d.l. 14 agosto 2020, n. 104, conv. con mod. dalla l. 13 ottobre 2020, n. 126), affinché possa essere applicata non solo alle imprese che aprono una “unità operativa” al Sud, ma anche a quelle imprese che impiegano lavoratrici e lavoratori che operano agilmente dal Mezzogiorno, a stipendio invariato. Inoltre, suggeriamo la previsione di incentivi in forma di voucher per la formazione di manager e dipendenti e per le postazioni di coworking.

Per evitare che il lavoro da remoto coincida con un doppio o triplo carico di lavoro, in particolare per le lavoratrici donne e madri, promuoviamo il lavoro svolto in spazi terzi rispetto alla casa. Inoltre, riteniamo necessarie forme di supporto alle famiglie, a partire da una migliore copertura di asili nido nelle regioni del Sud e delle aree marginalizzate del Paese. Aspetto che sappiamo esserLe particolarmente caro.

Siamo contrari alla totale remotizzazione del lavoro e promuoviamo un modello di organizzazione basato sulla volontarietà e sulla mediazione tra i bisogni delle aziende e dei lavoratori. Sono indubbi gli impatti sul clima e sugli individui degli spostamenti frequenti di breve e lunga percorrenza. Per questo motivo, incentiviamo forme flessibili di cadenzamento dei giorni di «South Working» rispetto a quelli di lavoro in presenza, preferibilmente su base mensile e non settimanale, anche per non rendere ancora più gravose le condizioni di precarietà già in essere.

Promuoviamo lo sviluppo di una strategia nazionale rivolta alle persone che vivono in Italia e all’estero che permetta loro di scegliere da dove lavorare. In particolare, per gli expat proponiamo la diffusione di role model e il racconto di testimonianze da parte dei South Worker, prevedendo dei voucher per rimborsi spesa per i trasporti da/per il Sud e le aree marginalizzate e visti temporanei per il lavoro a distanza per chi proviene dall’area extra-Shengen con l’introduzione dei visti Italy Working.

Incentiviamo la creazione di programmi ‘ponte’ tra il mondo della scuola e quello dell’impresa con l’obiettivo di introdurre i giovani alle nuove professioni. Promuoviamo l’implementazione di strategie, azioni e politiche che consentano ai più giovani di formarsi e lavorare, alle imprese di contribuire a creare una società più giusta e coesa e alle istituzioni di rendere operative buone pratiche lavorative e innovative sui territori.

Promuoviamo lo sviluppo di una visione strategica di medio e lungo periodo in relazione alla crescita del lavoro agile all’interno della Strategia Nazionale e Regionale di Specializzazione Intelligente (2021-2027). L’obiettivo è abilitare le Regioni alla ricezione di fondi europei da investire nell’ambito dello smart working dal Sud e dalle aree marginalizzate per una maggiore coesione economica, sociale e territoriale attraverso:

– la promozione di comunità di South Worker che ripopolino le zone più afflitte dal problema dello spopolamento;

– il riutilizzo di spazi per la creazione di Presidi di Comunità;

– la promozione di accordi tra enti locali e aziende.

Signora Ministra, confidiamo nel fatto che possa essere d’accordo con noi nel pensare che i ‘fondi PNRR’ e tutte le risorse disponibili debbano essere usati saggiamente per creare condizioni di sostenibilità per le prossime generazioni; ciò implica anche la necessità di far scegliere ai lavoratori e alle lavoratrici del Mezzogiorno il proprio destino. Dobbiamo essere responsabili e fautori del nostro futuro e di quello della nostra terra, che non potrà realizzarsi, se non con il sostegno convinto da parte di tutto il Paese, per un’Italia più coesa. 

Infine, siamo disponibili a ulteriori approfondimenti, se Lei lo vorrà, oltre a quelli già effettuati nei mesi passati con la nostra associazione.

Cordialmente, 

I Principali Promotori

South Working – Lavorare dal Sud A.P.S.

Elena Militello | Mario Mirabile      

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