BuoneNotizie | Smart working: le città che cambieranno e quelle che sono già cambiate

Pubblicato
il 3 Giugno 2021

di Silvia Dallafior

Lo smart working cambierà il volto delle città. Una rivoluzione work in progress che sta già toccando realtà diverse. Vediamo quali.
La pandemia che ha caratterizzato l’ultimo anno, ha rivoluzionato il mondo del lavoro con un aumento considerevole dello smart working, che avrà un impatto notevole anche sullo spazio delle città…

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Pubblicato
il 31 Maggio 2021

di Redazione

È stato firmato a Palazzo Pucci Martinez, sede istituzionale dell’Ente Parco delle Madonie, il protocollo per la creazione di un presidio di comunità South Working®️ Petralia Sottana, il primo in Italia situato all’interno di un Parco Nazionale…

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Pubblicato
il 30 Maggio 2021

È stato firmato a Palazzo Pucci Martinez, sede istituzionale dell’Ente Parco delle Madonie, il protocollo per la creazione di un presidio di comunità South Working®️ Petralia Sottana, il primo in Italia  situato all’interno di un Parco Nazionale. A sottoscrivere il documento, oltre l’associazione South Working®️ rappresentata dal vice-presidente esecutivo Mario Mirabile, anche l’Ente Parco delle Madonie, il Comune di Petralia Sottana, la Grifeoeventi s.r.l.s. e l’Associazione Culturale “Teatro della Rabba”. 

Con questa intesa, le alte Madonie gettano le basi per uno spazio di coworking pubblico capace di venire incontro alla crescente domanda di lavoro da remoto, soprattutto da parte di tanti giovani che, pur lavorando per ditte ubicate in altre parti d’Italia o all’estero, hanno la possibilità di sfruttare le opportunità del lavoro agile. Il presidio consterà di due spazi entrambi ubicati nel corso Paolo Agliata, il corso principale della cittadina: il primo nei locali mansardati dell’Ex Collegio di Maria (3 stanze per un totale di circa 12 postazioni); il secondo nei locali a piano terra della sede dell’Ente Parco per un massimo di 8 postazioni. L’accesso avverrà attraverso l’acquisto di una tessera nominativa che permetterà di accedere ai locali durante gli orari di apertura garantiti dagli enti. Attraverso la card si avrà darà diritto a uno spazio di lavoro che potrà ospitare il device del lavoratore e alla fruizione gratuita di connettività e altri servizi accessori.

“L’Ente Parco delle Madonie, aderisce al progetto dell’associazione South Working®️  – dice il presidente Angelo Merlino – e sarà il primo Ente dell’Isola a mettere a disposizione le sue risorse per favorire tutti coloro che vogliono svolgere dal Parco delle Madonie il loro lavoro da remoto.”

“Siamo fermamente convinti che la creazione di questo presidio di comunità pubblico – dichiara il sindaco di Petralia Sottana Leonardo Neglia – possa non solo dare risposte alle esigenze dei South Worker ma creare importanti sinergie per lo sviluppo di nuove progettualità che siano importanti per il nostro comune e l’intero comprensorio. Partiam con questi spazi ma siamo pronti, se ci saranno buoni riscontri, ad allargare l’offerta di locali”

Lo sviluppo di questo progetto targato South Working®️, il secondo sulle Madonie dopo Castelbuono, segue le impronte del recente progetto sviluppato nel comune un tempo capitale della Contea dei Ventimiglia. “Per noi – dichiarano i volontari che stanno portando avanti il progetto – l’esempio di Castelbuono è stato fondamentale. è stato l’entusiasmo e il bagaglio di competenze dei South Worker di Castelbuono a farci capire come la realizzazione di un presidio di comunità sulle alte Madonie non fosse solo possibile ma importante e necessario. All’associazione South Working®️ e a loro, che ci hanno seguito con passione e generosità, rispondendo alle nostre domande e regalandoci la loro esperienza, va il nostro grazie più sentito.”

La sottoscrizione del protocollo è stata seguita in diretta da Grifeo Web Tv. “Siamo a fianco di questa iniziativa – dichiara l’amministratore Calogero Scelfo – e ci impegneremo a sostenerla attraverso la nostra piattaforma e le nostra competenze relative allo streaming e alla condivisione di contenuti.”

Il presidio di Petralia Sottana entra quindi a far parte della famiglia South Working®️ che, oltre ad aver creato un movimento di opinione sul tema, dando un nome al fenomeno e creando una rete fra tutti i soggetti interessati, si occupa di promuovere e monitorare lo sviluppo di spazi per il lavoro agile. “Vediamo nel lavoro agile da presidi di comunità – aggiunge Mario Mirabile – uno strumento utile a ridurre il divario economico, sociale e territoriale nel Paese, e in grado di migliorare la qualità della vita di persone e territori. Auguriamo quindi a questo nuovo spazio di percorrere l’esempio virtuoso tracciato da tanti altri in Italia ed essere un laboratorio di nuove idee al servizio della comunità.”

Per maggiori informazioni su South Working®️ Petralia Sottana è possibile consultare l’indirizzo www.petraliavisit.it/sw o i canali social del progetto.

Pubblicato
il 28 Maggio 2021

di Redazione

Un protocollo con l’associazione South Working® che, dalla sinergia tra alcuni giovani volontari, il Comune di Petralia Sottana e l’Ente Parco delle Madonie, farà nascere uno spazio destinato ai tanti giovani che lavorano da remoto e che vogliono fare ritorno al sud.

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Pubblicato
il 27 Maggio 2021

Gianvito viene da Conversano, una città a 20km da Bari. Dieci anni fa si è trasferito a Milano per studiare Design della Comunicazione e dei Servizi al Politecnico e oggi progetta e scrive contenuti per i più grandi brand italiani in Tangity.

Lavora da remoto dal lunedì successivo al primo caso di Codogno. Da quel giorno è tornato in ufficio solo 3 giorni lavorando dalla sua casa a Chinatown, insieme alla sua ragazza. A Giugno decide di scendere in Puglia e lavorare da lì: non è più ritornato a Milano, se non per svuotare la casa.

Ha scelto di tornare al sud dopo mesi di riflessione e di vita quotidiana passata a Milano. La sua azienda non ha mai imposto il ritorno in ufficio e anzi sta sperimentando attivamente nuove modalità di lavoro anche a distanza.

Oggi è felice della sua scelta, anche se ancora temporanea e non definitiva. Nella sua terra ha riconquistato la risorsa più scarsa di tutte, il tempo, che sta utilizzando per il suo benessere psicofisico e per dei progetti personali e legati al territorio. Dal punto di vista lavorativo, sia lui che i suoi colleghi non solo lavorano bene ma sperimentano sempre nuove modalità di lavoro.

Gianvito conclude dicendoci che il South Working® rappresenta l’opportunità che ha sempre cercato per seguire le sue mille passioni e incanalare il suo amore per il proprio territorio.

Pubblicato
il 24 Maggio 2021

di Luca Pareschi – Tor Vergata University of Rome

The COVID-19 pandemic forced lockdowns in several countries, and many organisations had to introduce teleworking for their employees. While remote working is not a new thing, and was already permitted by laws, the extent to which enterprises had to redefine their process is unprecedented. Therefore, teleworking was widely discussed in national media. 

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Pubblicato
il 20 Maggio 2021

Francesco si è trasferito in Sicilia, da Bergamo, nel luglio del 2019 e da allora non è più andato via. Dal 2010 lavora attivamente nel settore informatico & digitale e adotta le metodologie di lavoro da remoto dal 2016.

Oggi si trova in pianta stabile in provincia di Trapani, esattamente a Campobello di Mazara (d’inverno) ed a Tre Fontane (d’estate) e nonostante non ci sia un coworking in paese lavora tranquillamente da casa, gode del mare e della spiaggia tutto l’anno, respira aria pulita e vive una leggerezza che prima si limitava a sognare.

A Bergamo, ad esempio, per evadere dalla propria città e raggiungere destinazioni come il lago di Garda o il lago di Como doveva fare i conti con il traffico, le code, i blocchi autostradali e così via. In Sicilia, invece, ha numerose destinazioni a portata di mano e il mare sempre vicino gli permette di godersi dei weekend spensierati senza stress.

Francesco, inoltre, desidera sfatare il mito della connessione, sufficientemente discreta quanto quella al nord. L’accoglienza, il clima, il cibo, il costo della vita e la gente, calorosa e disponibile, rendono oggi la vita di Francesco molto più serena e spensierata e consiglia a chiunque l’esperienza di vivere nel Mezzogiorno, “perché fare il turista è un conto, ma viverci è tutt’altra cosa”.

Pubblicato
il 12 Maggio 2021

di Lilia Ricca

La migrazione dei siciliani all’estero è ormai un fatto storico oltre che il ricordo sbiadito di vecchie foto e lettere piene di emozioni che raccontano l’antico desiderio di ritornare a casa. Un viaggio nell’oceano lungo più di un mese per raggiungere le Americhe in cerca di fortuna. Oggi, il lavoro da casa generato dal South working, termine inserito nell’enciclopedia Treccani, per riscoprire i luoghi del Sud Italia anche in ottica turistica, è uno scenario a cui almeno 100mila meridionali (dati Svimez) si sono adeguati, a distanza di un anno dall’inizio della pandemia.

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Pubblicato
il 11 Maggio 2021

A 18 anni Costanza La Greca lascia la Sicilia per la Svizzera. Oggi è membro del RIBA e vive a Londra, dove lavora per uno studio in prima fila per la riqualificazione urbana.

Malgrado la sua professione sia legata alla comunità ed al contesto circostante, durante il corso della pandemia ha lavorato da una scrivania vista Etna.

L’esperienza anglo-sicula, con corsa sul mare prima dei meeting mattutini, l’ha aiutata a ritrovare serenità. Ha potuto vivere la sua famiglia nella semplicità di una giornata come tante, ben diversa dall’eccitazione delle feste comandate.

Malgrado ciò, ha avvertito una certa difficoltà nel trovare un giusto equilibrio tra dovere e svago. Ritiene che il lavoro valorizzi soprattutto per la rete di connessioni che forma; pertanto, sarebbe stato per lei di grande giovamento poter usufruire di spazi di lavoro collettivi, dove conoscere professionisti del suo e di altri settori.

A Catania ha potuto godere, finalmente in presenza, della forte rete di relazioni extra lavorative, che negli anni tanto l’hanno supportata. Di Londra però, le è mancata la bellezza di avere sempre un libro in borsa per poter sfruttare ogni tragitto, la libertà di muoversi senza curarsi del mezzo, ancora un lusso in Sicilia.

Costanza confessa: “Ho preso molte delle mie scelte pensando solo alla mia formazione professionale. In UK sono cresciuta molto ed in poco tempo ma questo periodo in Sicilia mi ha donato una nuova prospettiva. Crede che tramite South Working® si possa riflettere su normative aziendali applicabili anche a realtà medio-piccole, nella speranza di offrire un equilibrio che tenga vive le necessità di ogni settore, anche quello come il suo, ancora molto legato al face-to-face.

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il

di Alessandro Puglia

Spazio di lavoro condiviso, palestra relazionale, incubatore di comunità. In una via del centro storico a pochi passi dal mare nasce uno spazio di South Working fondato da tre giovani ventenni del territorio. Per attirare i “lavoratori da remoto” trapanesi sparsi in Italia e in Europa…

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Pubblicato
il 3 Maggio 2021

di Annalisa Manzo

South Working® – Lavorare dal Sud è un’associazione di promozione sociale che crede nel lavoro agile dal sud e dalle aree interne italiane. Mario Mirabile, Vicepresidente di South Working®- Lavorare dal Sud, ci racconta la storia e gli obiettivi di questo significativo progetto…

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Pubblicato
il 22 Aprile 2021

di Anna Calabria, Patrizia Grossi, Federico Schioppo – ISTAT

AIQUAV – short paper – p. 43

Lo smart working, oltre a creare condizioni favorevoli ormai note per lavoratori e lavoratrici (miglioramento della conciliazione tra vita privata e lavoro, flessibilità dell’orario lavorativo, aumento della produttività), ha un impatto positivo anche riguardo il territorio. Nelle grandi città è stata accertata una considerevole diminuzione dell’inquinamento atmosferico e acustico grazie alla minore circolazione degli automezzi (che consente inoltre una forte riduzione dell’infortunistica stradale), mentre nei piccoli centri si assiste ad un rafforzamento della coesione territoriale, fenomeno dovuto alla possibilità offerta dallo smart working di svolgere le mansioni lavorative “a distanza”, nel paese di origine, a quanti sono stati costretti a migrare nelle metropoli.

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Pubblicato
il 17 Aprile 2021

di Patrizia Grossi, Francesca Orecchini, Fabrizio Monteleone

AIQUAV – short paper – p. 47

Il coworking ha conosciuto nell’ultimo decennio un’espansione mondiale importante e si è diffuso velocemente anche in Italia, in cui ha riscosso un grande successo lungo tutta la Penisola. La carta vincente del coworking è stata quella di evolvere negli anni, riuscendo a coniugare aspetti professionali e sociali, ed adattandosi alle diverse esigenze dei clienti e dei territori in cui si è insidiato. Il contributo di questo lavoro è stato quello di ripercorrere la storia e l’evoluzione del coworking con riferimento all’aspetto giuridico, di analizzarne gli aspetti sociali e le ripercussioni sul territorio circonstante (inclusi gli effetti sulla PA) e di fornire un punto di vista statistico, in grado di evidenziare le differenti dinamiche di espansione su scala nazionale.

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Pubblicato
il 6 Aprile 2021

di Alessandro Cappelli

Un piccolo borgo medievale in provincia di Palermo è diventato l’esempio di come società civile, amministrazioni locali e altre istituzioni possono dialogare per rendere funzionale, accessibile e sostenibile lo smartworking nel Sud Italia. Cioè uno dei principali argomenti di discussione politica, economica, sociale degli ultimi 12 mesi…

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Pubblicato
il 5 Aprile 2021

di Luca Raffaele

Ne parlano tutti ma è difficile imbrigliarlo in categorie preconfezionate. Il south working significa sicuramente tante cose: benessere dei lavoratori, quote di “reddito” che vengono spostate verso aree più fragili e marginali e ripopolamento.
Quest’ultimo viene spesso definito in modo maldestro, con il fatto di far “restare” i giovani al Sud e credo che sia il tema principale da affrontare…

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Pubblicato
il 19 Marzo 2021

di Francesco Ferzetti e Vittorio Lannutti

Il saggio prende in considerazione le politiche di conciliazione contestualizzandole nell’ambito degli sviluppi industriali e delle principali disposizioni normative che si sono succedute in Italia. Partendo dall’esigenza della donna di emanciparsi dal ruolo assegnatole in ambito prevalentemente familiare, attraverso il lavoro esterno alla famiglia, è stata evidenziata la produzione legislativa sulla tutela della maternità, del posto di lavoro e del congedo parentale per entrambi i genitori, nonostante sia mancato un parallelo progresso, nelle formazioni sociali, capace di legittimare in concreto il percorso intrapreso dal genere femminile. È stato, inoltre, messo in evidenza che malgrado gli apprezzabili interventi per agevolare la conciliazione famiglia-lavoro, con il ricorso alla flessibilità, quale modo di esecuzione della prestazione, in troppi casi i programmi non sono stati accompagnati da una completa attuazione e hanno subito un’accelerazione soltanto rispetto al lavoro a distanza con l’ausilio di tecnologie informatiche, reso necessario dalla pandemia alimentata dalla diffusione del SARS-Cov-2. Così, nonostante risulti ancora prematura ogni valutazione attendibile del modello considerato, il lavoro non manca di considerare i punti di forza e le debolezze del nuovo impianto socio-normativo.

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Pubblicato
il 28 Febbraio 2021

di Mario Portanova e Paolo Dimalio

Elena Militello dell’associazione South working ha risposto alle domande di Mario Portanova e Paolo Dimalio durante la diretta di Fq Millennium Live intitolata “Covid e fuga nei piccoli borghi, tra mito e realtà“. A chi le ha chiesto se quello del south working sia un fenomeno destinato a scomparire, lei ha risposto: “In questo anno abbiamo imparato a distinguere tra lavoro da casa emergenziale, dettato dalla pandemia, e un vero e proprio lavoro agile, per obiettivi. Su questa base abbiamo lanciato la proposta di south working come opportunità per riportare capitale umano nelle aree del mezzogiorno. Passare mesi o alcune parti dell’anno in questi luoghi è un’opportunità per riportare idee, giovani e creatività sui territori. Credo che sia un’idea che non verrà abbandonata con il superamento della pandemia, ovviamente c’è bisogno di potenziare le reti internet, dei trasporti efficienti e degli spazi di comunità dove poter lavorare”

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Pubblicato
il 20 Febbraio 2021

di Antonella Petrillo (Università degli Studi di Napoli “Parthenope”), Fabio De Felice (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale) e Laura Petrillo (ASL3 Liguria)

This is a pioneering study on how smart working could influence the way of working in Italy. The COVID19 pandemic is making workers discover opportunities that should have been seized 30 years ago. Once the emergency is over, the world and working methods will never be the same. The Coronavirus emergency has accelerated a reflection on smart working to govern the necessary changes in the organization of work also in the medium term. For this reason, the aim of the present research was to carry out a survey on smart working on the entire Italian national territory. Although the study is a pilot study, the survey results are encouraging giving the opportunity to reflect and define strategies. For this reason, is imaginable and desirable that further relevant national initiatives will be started during the year to investigate needs, define good practices on smart working and promote this “new” way to work.

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Pubblicato
il 17 Febbraio 2021

di Federica Daniele

Sulle conseguenze dello smart working in termini di riorganizzazione dell’attività economica all’interno delle città, a cominciare da una sofferenza economico-sociale specialmente per quelle zone a forte prevalenza di uffici, si è parlato molto durante la pandemia (ad esempio qui su Aspenia online). Ma il lavoro da remoto può avere anche delle conseguenze “dinamiche” per città e territori, veicolate dalla mobilità geografica di imprese e lavoratori. Con lo smart working in molti hanno infatti deciso di trasferirsi provvisoriamente a lavorare altrove, fuggendo soprattutto le città più grandi per potere beneficiare di maggiori spazi e prossimità con la natura.

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Pubblicato
il 8 Febbraio 2021

di Roberta Giuili

“Durante il primo lockdown, quello di marzo, io ero in Lussemburgo”, racconta Elena Militello, 28 anni, “passavo le mie giornate da sola in una stanzetta”. Elena è nata a Palermo e a 17 anni è andata via dalla sua città per girare un po’ il mondo alla ricerca di quelle prospettive lavorative che, si sa, l’Italia e soprattutto il Sud Italia, si dice non possano offrire ai giovani. Era arrivata a Lussemburgo come assegnista di ricerca in procedura penale comparata e, quando è scoppiata l’emergenza virus, si è trovata come molti a fare aperitivi via zoom con amici e parenti lontani. “Moltissimi dei miei coetanei sono expat o fuori sede e tutti durante la pandemia ci siamo resi conto ancora di più di quanto ci mancava “casa”. Ma, quando casa è la Sicilia, è difficile pensare a un’alternativa lavorativa paragonabile a quella che può offrire il Nord o un Paese estero. “Ho sempre pensato che prima o poi sarei tornata ma nella realtà immaginavo che questo non sarebbe potuto accadere prima della pensione”, racconta Elena ridendo.

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Pubblicato
il 30 Gennaio 2021

Quando ti fai prendere dal South Working e diventi parte integrante di una delle principali realtà locali della città in cui hai deciso di vivere!

Accade anche questo, o meglio, è quello che è accaduto alle Malìa Vibes.

Marta e Giulia, milanese l’una, romana l’altra, sono arrivate a Palermo prima dello scorso lockdown e da allora non sono più andate via: stregate dalla città, sono diventate in breve tempo un fenomeno social e con il loro profilo Instagram portano i follower alla scoperta di luoghi e storie.

Nasce così un’intesa vincente con Vie dei Tesori, che ha messo sul piatto la conoscenza della città e il grande seguito della sua community. Dall’altra parte, le due giovani instagrammers, hanno risposto con il loro stile sciolto, la simpatia, le loro gag e uno storytelling capace di coinvolgere come non mai.

Intesa che si è concretizzata in 4 appuntamenti in diretta per riappropriarsi dei luoghi con lo stile unico di Marta e Giulia!

Pubblicato
il 22 Gennaio 2021

di Domenico Depalo e Federico Giorgi

Nella prima parte del 2020 oltre il 14 per cento dei lavoratori del settore privato non agricolo ha svolto la prestazione lavorativa da remoto; un anno prima la percentuale era inferiore all’1,5 per cento. L’incremento ha interessato soprattutto le donne, i lavoratori delle imprese di maggiori dimensioni e dei settori le cui mansioni più si prestano a essere svolte a distanza. Rispetto a chi non ha lavorato in smart working, in media i dipendenti che hanno usufruito del lavoro agile hanno conseguito una retribuzione mensile più elevata, per effetto del maggior numero di ore lavorate, e hanno fatto meno ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni.

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Pubblicato
il

di Gaetano Basso e Sara Formai

La pandemia ha comportato un forte aumento nell’utilizzo del lavoro da remoto da parte delle imprese italiane: rispetto al 2019 si sono ridotte le differenze tra aree geografiche e settori. Tuttavia, non tutte le imprese ne hanno beneficiato allo stesso modo: solamente le imprese più dinamiche e innovative hanno aumentato il ricorso allo smart working. Evidenze preliminari indicano che questa modalità di lavoro ha consentito un minor utilizzo degli strumenti di integrazione salariale; alcune imprese dei servizi hanno inoltre aumentato il numero di ore lavorate.

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Pubblicato
il 27 Dicembre 2020

Roberto è un ingegnere originario di Castelbuono, in provincia di Palermo, trasferitosi a Bergamo più di due anni fa, dove lavora per un’azienda in cui si occupa di smartgrid e automazione delle reti di distribuzione dell’energia elettrica.

In smart working da febbraio, da maggio si trova in Sicilia eccetto alcune parentesi in azienda. In questo periodo ha potuto trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici e ha potuto far visita al nonno, venuto a mancare a marzo, nel periodo in cui lui era distante.

Una vita diversa, meno frenetica: una quotidianità che, quando “scelse” di salire su, sapeva di non poter più vivere allo stesso modo.

Nonostante ciò, gli orari di lavoro, talvolta, sono poco sostenibili e per tale ragione preferirebbe usufruire di un real-virtual office, uno spazio in cui lavorare ricreando, a distanza, l’ambiente d’ufficio che aveva in azienda.

E post lavoro? Una passeggiata, l’aperitivo e le chiacchiere al bar vicino ai propri affetti. Quanto sarebbe bello poter abitare a 15 minuti dal mare e terminato il lavoro poter andare in spiaggia? Quanto sarebbe bello poter godersi la famiglia? Sognarlo era lecito. Crederci, adesso, è possibile.

Pubblicato
il 18 Dicembre 2020

di Redazione

Di cose brutte, in questo 2020, ne abbiamo viste parecchie. Tuttavia, bisogna riconoscere che l’emergenza legata al Covid-19 ha anche dato avvio a una rivoluzione del mondo del lavoro mai vista prima e che attendevamo da tempo. L’innovazione digitale di cui siamo parte attiva ogni giorno, sta finalmente rompendo un paradigma fisso nelle nostre menti dalla prima rivoluzione industriale, quello del lavoratore statico dentro a un fabbrica.

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Pubblicato
il 27 Novembre 2020

La prima aula studio gratuita in Italia che permette di riservare la propria postazione tramite sito web.

Spazio, ottimizzazione del tempo ed organizzazione sono alcune delle caratteristiche che contraddistinguono il progetto, apprezzato dai numerosi frequentatori che giornalmente animano la struttura.

Il progetto Study Room, diretto da Diana Capuano, la fondatrice, è l’ennesima dimostrazione di come le aule studio, così come gli spazi di coworking, ricoprano un ruolo centrale nel tessuto cittadino, in quanto hanno e devono avere una funzione aggregativa, oltre che di scambio di idee e saperi.

Non possiamo che fare i nostri complimenti a questa realtà, con l’auspicio che spazi come questi diventino sempre più numerosi in tutto il territorio italiano.

Pubblicato
il 26 Novembre 2020

di  Fleur de la Haye-Serafini

La maison de ses grands-parents, dans la campagne palermitaine, était vide. C’est là qu’Elena Militello, Sicilienne de 27 ans, s’est installée lorsqu’elle est rentrée du Luxembourg au printemps dernier, en plein confinement.

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Pubblicato
il 20 Novembre 2020

Un collettivo informale e aperto, così come amano descriversi, di giovani designer, innovatori, ingegneri, architetti, artisti, comunicatori e cittadini che hanno come obiettivo comune quello di invertire il racconto di quel Sud definito ‘del disagio’.

Una comunità diffusa che racchiude studenti e professionisti che hanno voglia di unire le proprie competenze per ripensare le soluzioni ai problemi di un territorio dove è particolarmente forte il contrasto tra il disagio e l’eccellenza.

Pubblicato
il 17 Novembre 2020

di Rosaria Amato

Benvenuti al Sud! O meglio bentornati: sono con tutta probabilità nella stragrande maggioranza immigrati di rientro i circa 100 mila “South Workers” stimati dalla Svimez. Tutti lavoratori dipendenti che lavorano in smart working per le grandi imprese del Centro Nord. L’indagine è stata condotta da  Datamining per conto della Svimez (associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) su 150 grandi imprese con oltre 250 addetti, che operano nelle diverse aree del Centro Nord nei settori manifatturiero e dei servizi: 45 mila è la stima esatta dei lavoratori che si sono spostati in questi mesi nel Mezzogiorno, mentre si arrivare a 100 mila contando anche i lavoratori delle piccole e medie aziende.

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Pubblicato
il 16 Novembre 2020

Officine Capodarno. Un’idea ambiziosa che nasce nel Comune di Pratovecchio-Stia e che ha l’obiettivo di diventare il motore di un nuovo modello di sviluppo imprenditoriale basato sulle specifiche caratteristiche di questo territorio montano.

Opportunità particolari, che spesso vengono considerate come limiti per l’avvio di attività imprenditoriali, diventano oggi le protagoniste centrali, nonché elementi caratterizzanti e premianti.

Le Officine Capodarno ci confermano non solo che un nuovo modello di sviluppo imprenditoriale è possibile, ma che si possono creare opportunità attraverso le potenzialità specifiche di ogni territorio, molto spesso, erroneamente, intese come caratteristiche limitanti.

Le Officine offrono un’offerta formativa rivolta sia alle aziende locali che agli studenti dei vari settori di competenza con percorsi di specializzazione, corsi brevi e master.

In particolare, attraverso il progressivo recupero di due diversi immobili da parte dell’Amministrazione e grazie ai tanti partner pubblici e privati coinvolti nel progetto, saranno creati due diversi spazi: il primo destinato all’attività di formazione e ricerca, il secondo, invece, dedicato alla lavorazione dei materiali tipici del territorio con tutti i macchinari necessari per l’apprendimento delle diverse capacità e competenze artigianali.