L’Associazione South Working® – Lavorare dal Sud nasce a marzo 2020 con l’obiettivo di colmare il divario economico, sociale e territoriale tra Nord e Sud, tra aree industrializzate e marginalizzate del Paese, attraverso un processo di riattivazione dei territori tradizionalmente periferici.
Il progetto
Promuoviamo nuove modalità di lavoro partendo dai territori e abilitando un nuovo equilibrio tra vita personale e professionale. Dall’inizio della pandemia, la remotizzazione del lavoro ha permesso a migliaia di persone di scegliere da dove lavorare. Lavorare in maniera agile dal Sud e dalle aree marginalizzate del Paese produce effetti positivi per tutte le parti coinvolte: aumenta la produttività di lavoratori e aziende, permette una più alta qualità della vita percepita e costituisce un’occasione di rilancio per questi territori.
I tre prerequisiti per rendere possibile il South Working®
Cosa serve per fare South Working®? Lo abbiamo chiesto ai lavoratori e alle lavoratrici agili attraverso un questionario, delineando così le tre infrastrutture di base del nostro progetto: digitale, di mobilità e sociale.
2. Infrastruttura di mobilità
Sono necessari collegamenti che consentano di raggiungere velocemente aeroporti e stazioni in non più di 2 ore. Non promuoviamo una remotizzazione totale del lavoro, ma un modello di mobilità circolare che permetta alle persone di lavorare da dove desiderano per settimane, mesi, anni.
3. Infrastruttura sociale
L’infrastruttura sociale del South Worker è il presidio di comunità — spazio di aggregazione sociale e partecipazione dal basso per il lavoro collaborativo e il dialogo intergenerazionale. Stiamo mappando spazi di coworking, rural hub, impact hub, spazi privati e pubblici, biblioteche ecc. Luoghi di innovazione fondati sulla partecipazione cittadina, che noi di South Working® integriamo con i servizi di base e le istituzioni culturali già presenti sul territorio. I presidi hanno come fine quello di rendere le comunità più forti e coese.